domenica 20 dicembre 2009

NATALE DEL PICCOLO ABETE

IL NATALE DEL PICCOLO ABETE
In un bosco poco lontano da una grande città viveva un piccolo abete. Era il minore della grande famiglia di alberi che popolava quel luogo. Per la verità, non era proprio bellissimo: era cresciuto esile, con qualche ramo storto e con il fogliame alquanto rado. Certo, non faceva una gran bella figura accanto ai suoi fratelli folti e gagliardi! Ma il piccolo abete aveva un sogno: diventare un giorno un bell’albero di Natale. Addobbato con fili d’oro e d’argento, con luci e palle colorate, sarebbe divenuto davvero bello, ed i suoi fratelli non lo avrebbero più preso in giro per il suo buffo aspetto.

Nei pochi anni della sua vita, il piccolo albero aveva visto tante volte, in Dicembre, i tagliaboschi che, armati di scuri, sceglievano gli alberi più belli da vendere in città, ed aveva invidiato tanto i suoi fratelli che, gonfi di orgoglio, si avviavano verso quello che credevano un destino di gloria. Adesso che era un po’ cresciuto era certo che qualcuno avrebbe scelto anche lui per farlo divenire il simbolo del Natale per una famiglia. Dicembre era ormai avanzato, ed il Natale era alle porte. Più volte gli “ uomini degli alberi” – come li chiamava il piccolo abete – erano venuti a tagliare le piante, ma l’alberello era stato sempre scartato: non era abbastanza grande e bello!

La vigilia di Natale, i tagliaboschi vennero per l’ultima volta a prelevare gli alberi destinati ai ritardatari del Natale. Il bosco era ormai quasi spoglio, ed il piccolo abete era certo che qualcuno avrebbe portato via anche lui. Il fratello che gli stava accanto, un bell’albero folto e maestoso, lo irrideva: - Dove vuoi andare tu, piccolo e storto come sei? Nessuno ti comprerebbe mai. Vedrai che sceglieranno me: farò un figurone nel salone di una bella casa, ornato di fiocchi e luminarie. Il piccolo abete non diceva nulla, ma in cuor suo sapeva che il fratello aveva ragione: gli uomini con l’ascia non sapevano che farsene di lui. Infatti, scelti gli alberelli più belli, compreso l’orgoglioso fratello,i tagliaboschi se ne andarono, lasciando il piccolo abete triste e deluso.

Era la notte di Natale: cadeva la neve sul bosco ormai spoglio, ed il piccolo abete, rimasto solo, con il cuore gonfio di tristezza, piangeva sul suo triste destino. Ma la notte di Natale è notte di prodigi, ed anche il piccolo albero ebbe il suo regalo: le lacrime versate si trasformarono in tante sfere di ghiaccio lucenti, la neve e la brina disegnarono tra i suoi rami trine e merletti, ed una schiera di lucciole coraggiose, sfidando i rigori del freddo, si posò sui suoi rami. Una piccola stella, incantata da quello spettacolo, scese dal cielo e si posò sulla cima: il piccolo abete divenne il più bell’albero di Natale che si fosse mai visto. Tutti i piccoli abitanti del bosco accorsero meravigliati a guardare quello splendido spettacolo, e gli amici passerotti vollero regalare all’alberello anche una “colonna sonora”: si posarono tra i suoi rami e si misero a cantare.

Il piccolo abete visse così la sua notte di gloria, e finalmente fu felice. E l’orgoglioso fratello? Passati i giorni di festa, quando, carico di addobbi e di luci, aveva vissuto il suo trionfo, rimase ad aspettare tra i rifiuti che gli uomini della nettezza urbana lo portassero verso il suo triste destino.

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